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Il Brasile sul piano interno e internazionale Teresa Isenburg Gratitudine a Sebastião Salgado che ci ha costretto a guardare e vedere il lavoro nel suo estremo sfruttamento dei corpi Brasile: sul piano internazionale Mentre l’Occidente è completamente stravolto dalle guerre che non vuole terminare e dall’incubo dei dazi statunitensi, l’impalcatura del Sud Globale evolve e in qualche modo si consolida. Riunisco alcune informazioni recenti al riguardo tratte da quello che io colgo dall’osservatorio brasiliano. Fra il 7 e il 14 maggio il presidente Lula ha compiuto un viaggio dall’intenso significato politico ed economico prima in Russia e poi in Cina. A Mosca Lula ha partecipato alle commemorazioni per gli 80 anni dalla vittoria della Grande Guerra Patriottica. Con questa opportuna scelta il Brasile (che ha dato il suo contributo nella Campagna d’Italia nell’ultimo anno di guerra con l’invio di una divisione) ha preso le distanze dall’indecente opzione dell’Europa di non essere presente a Mosca. Una opzione già evidente nel 2024 quando le commemorazioni dello sbarco in Normandia, escludendo la Russia, volevano riscrivere la storia spostando la svolta della Seconda Guerra Mondiale con il contenimento e poi la sconfitta tedesca dalla conclusione della battaglia di Stalingrado il 2 febbraio 1943 allo sbarco in Normandia il 6 giugno 1944. Il viaggio di Lula è stato importunato dal divieto (ovviamente in disprezzo degli accordi con le autorità di volo internazionali) del governo dell’Estonia per l’aeronave presidenziale di sorvolare lo spazio aereo del paese, divieto imposto anche a Cuba. Il significato politico di questa visita è evidente, presa di distanza dall’allineamento militare automatico agli USA e mantenimento di una posizione autonoma sulla guerra in Ucraina difendendo la pace e il multilateralismo. In questa stessa occasione sono stati sottoscritti alcuni accordi, in particolare con l'impresa statale Rosatom per la realizzazione di centrali nucleari di bassa capacità e per incentivare la filiera dei minerali di uranio. Né va dimenticato che nel 2024 nel commercio bilaterale vi è stato un aumento del 9% e che i rapporti diplomatici Brasile-Russia durano da quasi due secoli (Parceria com a Russia é prioridade estrategica na diplomacia brasileira, afirma Mauro Vieira (ministro degli Esteri), “Brasil 247”, 4.5.2025). Durante il viaggio in Cina, il 13 maggio 2025 ha avuto luogo a Pechino il IV Forum ministeriale Celac (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici) -Cina che ha prodotto la “Carta di Pechino” e il “Piano di azione per la cooperazione in aree prioritarie 2025-2027” (il testo si trova in diverse lingue sul sito www.gov.br), documenti di indirizzo, quindi generali ma non generici. In conferenza stampa a Pechino Lula, nel lodare il Forum, domandava anche: “Da quanto tempo non ci sono investimenti USA e UE in America Latina?”. Il 12 maggio si è tenuto il Forum Imprenditoriale Brasile-Cina, con la partecipazione di 200 imprenditori brasiliani e 500 cinesi, in cui sono stati firmati e scambiati protocolli molto puntuali per investimenti di 27 miliardi di reais nel settore infrastrutturale e produttivo. Importante in tutto questo anche il ruolo della Nuova Banca di Sviluppo/NDB del Brics, presieduta dall’ex presidente Dilma Rousseff, che consente transazioni in monete locali e fuori dal passaggio per il dollaro (Guilherme Paladino e Leonardo Attuch, “Nossa relação é necessaria, strategica e baseada na igualdade”, diz Dima sobre reunião China-Celac , “Brasil 247”, 13.5.2025). Come evidente, con o senza adesione formale alla “Via della seta”, tali iniziative costruiscono nodi e flussi per la stessa. Entrambe le visite di Stato si sono svolte in un clima molto cordiale e con un livello diplomatico formale elevato. Simbolico al riguardo il fatto che la Cina abbia tolto l’obbligo del visto per cittadini brasiliani e di altri Stati latinoamericani per entrare nel paese. Brasile: sul piano interno La situazione politica interna del Brasile è meno positiva. La composizione di destra ed estrema destra che domina il Congresso rende difficile, molto difficile, l’azione dell’esecutivo. La stampa commerciale attacca costantemente il governo e il presidente con un’informazione truffaldina e impudica, i social di estrema destra mentono senza ritegno e quelli di sinistra o semplicemente decenti non riescono a contrastare. Continua senza ritegno la campagna delirante per l’amnistia ai golpisti ed eversori che hanno agito per non rispettare il risultato elettorale dell'ottobre 2022 . Recentemente è apparso anche un attacco proveniente dagli Stati Uniti in cui, a detta del segretario di Stato Marco Rubio, si pensa di applicare sanzioni, in base alla legge globale Magnitsky, al ministro del STF/Supremo Tribunale Federale Alexandre de Moraes che guida il processo ai golpisti. Suo reato sarebbe la persecuzione politica verso oppositori (in questo caso i golpisti dell’8 gennaio 2023) e cittadini. Secondo alcuni si tratta di una “punizione” per avere alcuni mesi fa bloccato la piattaforma X che non rispettava le leggi brasiliane… Il processo sull’8 gennaio e dintorni ovviamente continua presso il STF ed è interessante seguire sedute e vedere passare accusati, testimoni, avvocati, magistrati. Ne emerge un quadro grave per l’ampiezza degli implicati (persone singole e segmenti delle istituzioni) e l’articolazione accurata della premeditazione e organizzazione. Prevalgono fra i rei militari e afferenti alle forze dell’ordine, mentre la regia punta sempre all’ex presidente (Mario Vitor Santos, A eleição de Lula acelerou o golpe e a Revolução que sospende a tutela militar, “ Brasil 247”, 23.5.2025). Diversi progetti di legge prodotti, anche in modo trasversale, dalla maggioranza reazionaria del Parlamento avanzano e rischiano di essere approvate. Alcune anticostituzionali possono essere invalidate dal STF il cui compito è di vigilare sul rispetto della Costituzione; altre, se approvate, entrano in vigore. Particolarmente perniciosa si profila la norma relativa all’autorizzazione ambientale che semplifica le procedure e concede permessi facilitati per opere considerate strategiche a livello federale. Per esperienza si sa che qualsiasi indebolimento di controlli e vincoli produce danni ambientali della massima gravità. Intanto la lunga contrapposizione fra l’IBAMA (organo esecutivo della politica ambientale vincolato al Ministero dell’Ambiente) e la Petrobras sembra avviarsi a conclusione con l’autorizzazione a consentire la prospezione dei giacimenti petroliferi off shore nell’oceano che costeggia lo Stato di Amapá (Guilherme Levorato, Exploração da Margem Equatorial tem ‘o maior plano de emergencia já feito no mundo’ e Petrobras espera o Ibama, “Brasil 247”, 15.5.2025). L’avvicinarsi della Cop30 a novembre 2025 a Belém, nello Stato di Pará, alimenta interessanti riflessioni e azioni: Thelma Krug, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali/INPE e già vice presidente dell’IPCC, ricorda che Cop30 non può essere solo il simposio sulle foreste, il decano dei metereologi Carlos Nobre difende la possibilità che il Brasile azzeri le emissioni di CO2 entro 2040, il presidente di Cop30 ambasciatore André Corrêa do Lago invia alla comunità internazionale il comunicato n.3 in vista della Conferenza di Bonn che a metà anno, cioè nel mese di giugno, riunisce diplomatici durante due settimane per costruire una condivisione da formalizzare a Belém. Punto centrale rimane, come già in Cop precedenti, il rafforzamento di un bilancio globale dell’accordo di Parigi in grado di definire tempi e impegni puntuali per decarbonizzazione (Brasil acena a transição energetica em carta do presidente da COP, “JC Noticias”, 24.5.2025). Non posso chiudere questo testo senza ricordare la data del 13 maggio: in quel giorno venne firmata la cosiddetta Legge Aurea che aboliva la schiavitù e abbandonava gli schiavizzati al loro destino. Era il 1888. Un destino ancora oggi di marginalizzazione e condizioni di vita discriminate. La élite dell’arretratezza che domina il Brasile dall’indipendenza del 7 settembre 1822 ha un programma preciso, mai modificato: mantenere intatti, e possibilmente aumentare, i propri privilegi appropriandosi delle ricchezze soprattutto pubbliche; tale programma comporta il mantenimento di una ideologia schiavista che naturalizza l’esclusione di fatto della maggioranza della popolazione dalla condizione di cittadini a pieno titolo e per realizzare tale programma l’élite non esita a compiere colpi di Stato. 25/5/2025
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cura di Nicoletta Manuzzato |